"...Ma pensato ho spesso a voi in questi giorni di festa e immaginato quanto tranquillo dovete essere nel vostro forte solitario tra i vuoti monti, su cui precipitano quei grandi venti meridionali, quasi volessero divorarli a gran pezzi.
Immenso deve essere il silenzio, in cui tali rumori e movimenti hanno spazio, e se si pensa che a tutto questo s'aggiunge ancora la presenza del remoto mare come sua voce, quasi fosse il più intimo tono in codesta preistorica armonia, vi si può solo augurare che lasciate operare in voi fiducioso e paziente la solenne solitudine, che non potrà più essere spogliata dalla vostra vita, che in tutto quello che vi attende da esperimentare e da compiere opererà come un influsso anonimo continua e sommessamente decisiva, quasi come in noi senza posa si muove sangue dei nostri avi e si compone col nostro nella cosa unica, irripetibile che noi siamo a ogni curva della nostra vita..."
Rainer Maria Rilke (Tratto da: Lettere a un giovane poeta)
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