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martedì 30 dicembre 2008

DA UN ANNO ALL'ALTRO

Vi siete mai chiesti quanto è grande l'universo rispetto a noi? Vi siete mai resi conto che le stelle, gli alberi, il cielo, il mare, continuano ad esistere con o senza noi?
A me capita spesso. Cercare di minimizzare la mia vita rispetto a quella millenaria dei pianeti, tentare di perdere i miei pensieri lungo i sentieri dello spazio infinito. Non è facile lo so, ma bisogna provare. Pochi mesi fa appoggiato alla barra di un letto di ospedale ove mio padre lottava tra la vita e la morte, alzai gli occhi per un attimo e al di là dei balconi, vidi sorgere in tutta la sua imponenza il sole, che incendiava il sussurro del mare. Là perdendo lo sguardo oltre i suoi confini, mi dissi che il giorno nonostante tutto era nato quella mattina e lo stesso avrebbe fatto la mattina successiva e così via, qualunque cosa fosse successa a me. Il tempo scorre, senza fermarsi mai.
"Vorreste ridurre il tempo a un ruscello sulla cui riva sedere per osservarlo nel suo fluire. Ma l'eterno in voi riconosce l'eternità della vita, e sa quanto l'oggi non sia che il ricordo di ieri e che il domani sarà il sogno di oggi. Ciò che in voi canta e contempla abita tuttora entro il primo istante che ha cosparso il firmamento di stelle....E che il presente stringa a sè il passato nel ricordo e il futuro nella speranza". (Gibran da Il Profeta)
"E che il presente stringa a sè il passato nel ricordo e il futuro nella speranza". Il ricordo e la speranza, elementi fondamentali per proseguire il cammino spesso accidentato della nostra vita. Un cammino che salta da un anno all'altro, un cammino più o meno illuminato o offuscato. Un percorso arricchito dalle esperienze del passato e impreziosito dalla speranza di un futuro migliore. Un miglioramento che ci auspichiamo tutti, una positività che deve necessariamente albergare in noi, in ogni singola fibra del nostro essere e della nostra anima. Potesse non essere utopia il fatto di accettare allo stesso modo le gioie e i dolori. "La vostra gioia non è che il vostro dolore senza maschera. E il medesimo pozzo da cui sgorga il vostro riso più volte si è riempito delle vostre lacrime...Più profondamente scava il dolore nel vostro essere, e più è la gioia che potete contenere..Non è il liuto che vi distende lo spirito quello stesso legno che le lame hanno incavato?....Insieme arrivano, e quando l'una siede con voi alla vostra mensa, ricordate che l'altro dorme nel vostro letto" , (ancora Gibran).
E infatti in questo anno ormai alla fine, che è stato uno dei peggiori della mia vita, ho provato anche una gioia immensa dovuta dal successo del mio primo evento culturale in teatro. E soprattutto la gioia più grande dopo un grande dolore, il ritorno alla vita di mio padre, passo dopo passo.
L'augurio più importante che posso lasciare a tutti voi e a me stesso è quello di stare in salute più possibile, di riuscire a cogliere emozioni anche dalle piccole cose e soprattutto, amici miei non smettete mai di sognare, mai!!
Felice anno nuovo

mercoledì 24 dicembre 2008

Fantasia e Festività

Secondo Freud, ai poeti e ai pensatori va riconosciuta la priorità della scoperta delle energie inconsce che trovano una valvola di sfogo nella creazione artistica, la cui origine può essere ricercata nella necessità imposta dagli adulti ai bambini di abbandonare il mondo della fantasia e dei giochi per attenersi agli obblighi sociali. Tutto questo perchè la civiltà blocca in un certo senso la felicità legata al piacere pulsionale, e di conseguenza la fantasia si ribella e tende a compensare tale privazione attraverso la produzione poetica. Prendo a prestito questo concetto evinto da un bel libro (Una Briglia all'Emozione Creatività e Psicanalisi di Maria Elvira De Caroli), per scrivere questo messaggio di augurio a tutti i visitatori del blog e soprattutto a chi come me, cerca nella scrittura o nell'arte in generale di evadere dalla realtà dando soddisfazione alla pulsione artistica. Non me ne voglia Orfeo, ma stanotte le tenebre appartengono a me. Appartengono ai miei versi, alle mie parole incise nel silenzio di questa notte. Appartengono alla mia creatività che trova sfogo, nei canti che la musa mi trasmette. Nessuna Euridice da commemorare, ma solo alcuni ricordi dei tempi più belli.
Ricordo un Natale, infatti, in cui la programmazione televisiva era intrisa di film fantastici, tutti "divorati" dai miei occhi e dalla mia mente. Finite le vacanze, però, la notte prima del rientro a scuola, piangevo in silenzio nel mio letto perchè avrei voluto trovarmi nel magico mondo di Oz, o desiderato godermi la gioia e la generosità di Ebenizer Scrooge ritrovata dopo la visita dei tre fantasmi. Così mi ritrovai ad usare una vecchia macchina da scrivere, per dare inchiostro alle mie prime fantasie.
Oggi la realtà ha preso il sopravvento, impedendo forse di ritagliarci un piccolo spazio per sognare ancora. La recessione e la conseguente incertezza economica e tutti gli altri mali del nostro mondo ci pesano.
Ed anche se noi esseri umani, gli artisti in particolare, celiamo sempre una vena di amarezza, dobbiamo proprio ad essa la pulsione alla scrittura o alla composizione in genere. Artisti e fruitori uniti dal tentativo di fuggire la realtà! Perchè anche i destinatari della poesia vengono gratificati da una forma di soddisfazione, in quanto provano un piacere particolare dovuto alla liberazione delle tensioni psichiche, il cosidetto "Piacere Preliminare". (Sempre dal libro della De Caroli)
In fondo come dice lo stesso Freud: "l'uomo felice non fantastica mai, solo l'insoddisfatto lo fa".
Buon Natale a tutti

lunedì 22 dicembre 2008

Tarli di Natale

Babbo Natale mancava in quella casa da parecchio tempo, ma questa volta Cristina voleva fare le cose in grande. Suo marito Aurelio rientrava per le ferie dopo un mese di assenza e finalmente avrebbero potuto passare il Natale insieme. Per l’occasione aveva pensato di invitare i suoceri, i suoi genitori e altri parenti, voleva una grande festa per il rientro di suo marito. Aurelio sarebbe rientrato il 23 di dicembre e i parenti sarebbero arrivati il 24, così aveva deciso di preparare una cenetta speciale per la sera del 23, allestendo la casa, la stanza da letto e se stessa nel modo più affascinante e sensuale che potesse. Un mese di astinenza era tanto per chi come lei era abituata a rapporti frequenti e molto soddisfacenti, così decise di uscire, recandosi in un negozio di biancheria intima. Il suo negozio di fiducia, era quello di una sua amica che aveva inaugurato un anno prima:
“Allora Marina, cosa mi consigli, hai qualcosa di nuovo per fare impazzire un uomo?”
“Guarda un po’ questi tanga rossi sono una favola”
La donna fissò i tanga, ma il colore non la convinceva, fece prendere quasi tutto il campionario all’amica, decidendo infine su un intimo nero velato e cosparso di paillettes dorate, Aurelio avrebbe perso i sensi.
“Brava Cristina, hai fatto la scelta giusta, beh d’altronde tuo marito è un uomo così focoso!”
“Hai ragione è proprio così, ti telefono per Natale, ciao”
Entrò in macchina e durante il tragitto verso casa, un tarlo penetrò nella sua mente.
“Come fa Marina a sapere che Aurelio è così focoso? non credo di averglielo mai detto”
Il tarlo penetrava sempre più a fondo come un trapano. Ad ogni semaforo, la sua agitazione cresceva, montava, portando la donna ad inveire contro ogni automobilista che aveva la sola colpa di camminare piano, o di non scattare come un fulmine al verde del semaforo. Arrivata finalmente a casa, decise di telefonare a Marina, ma il numero era occupato, lasciò cadere la cornetta per terra,
“Calma, calma, devo restare calma, quanto sono stupida, è una frase normale, che c’è di male, però come faceva lei a sapere?”
Passeggiava velocemente per casa, si sedeva, si rialzava, saltò per aria allorché trillò il suo telefonino, mandò al diavolo la suocera che le raccomandava di non dimenticare nulla e che gli chiedeva insistentemente perché il telefono fosse fuori posto. Pochi minuti dopo trillò ancora il telefonino, stavolta era Aurelio:
“Amore domani sarò tutto per te”
“Perché non vieni subito? Dai vieni subito su”
“Cristina, ti sento agitata che succede?”
La donna chiuse il telefonino e lo spense, lasciando la cornetta del telefono fisso poggiata per terra.
Decise di appostarsi vicino al negozio della sua amica, era furente, indossò il completo intimo nuovo, sotto i jeans ed un maglione uscendo da casa.
Il tarlo si rigirava felice nei meandri del cervello della donna, portandola quasi alla pazzia.
Si appostò posteggiando la macchina non lontano dal negozio, osservando tutta la gente che usciva ed entrava. Sentì una fitta allo stomaco proprio nel momento in cui un uomo incappucciato in un impermeabile e col viso coperto da un cappello, entrava nel negozio dell’amica.
Tentò di muoversi, ma non riusciva, quel cappello era inconfondibile, orrendo, lo aveva regalato sua suocera ad Aurelio, che gusti terribili aveva quella strega. Non c’erano dubbi, quell’uomo era suo marito e stava entrando proprio nel negozio di Marina.
Restò immobile per un po’, era indecisa, avrebbe fatto una scenata spogliandosi dentro il negozio o lo avrebbe atteso a casa pronta a riempirlo di botte?
Si lasciò trasportare dagli avvenimenti, entrò nel negozio, spingendo Marina e facendola cadere per terra, si girò verso Aurelio, ma quell’uomo non era suo marito! Sentì il mondo crollargli addosso, nello stesso tempo con la coda dell’occhio vide i calzini di un uomo che dentro un camerino provava un pigiama, certo era sicuramente lui, sfilò rabbiosa la tenda dello stanzino, un uomo seminudo gettò un urlo, e spaventato si coprì subito richiudendo la tenda.
Non si accorse che due carabinieri l’avevano afferrata per le braccia dopo essere stati chiamati da una cliente terrorizzata e la stavano conducendo in caserma. Uscì poche ore dopo grazie ad Aurelio, e alla sua amicizia con il Capitano dei carabinieri.
Non lo guardò un attimo negli occhi seduta sul divano a capo chino, aspettava che lui la rimproverasse, sentiva le musichette di Natale che suonavano in armonia con le lucciole colorate dell’albero preparato con cura. Quel silenzio la snervava:
“Com’è che non parli? Sì sono stata gelosa è assurdo lo so, ma ti ho aspettato tanto..”
Non riuscì a finire, un pianto violento la colse interrompendo il suo discorso. Lui la tranquillizzò,
“Stupida, sono tornato prima perché volevo farti una sorpresa, invece ti ho ritrovata dai Carabinieri…”.
La donna gettò le braccia al collo del marito, riempiendolo di baci.
“Aspetta Cristina, un attimo amore, ho un regalo per te”
La donna prese la busta, la aprì con foga…
“Cristina, amore, cosa c’è.. non ti piace? Ho pensato ad una notte speciale, se non ti piace nero o non ti piacciono le paillettes dorate…”

Catania

Sento l’odore del tuoi capricci barocchi
quando il sonno culla la mia nostalgia.

Sento il sapore della tua bellezza di fuoco,
mentre mi strugge il desiderio di te.

Sospesa sul mare,
una notte di stelle in tempesta
lusinga la tua vanità.

Nell’alveare in fermento,
sei l’ape regina della mia terra incantata.

Sei esile preda
dell’ imperioso vulcano,
che dal suo trono fiammante
comanda la vita.

Coralli di lava
scintillanti
lambiscono i tremiti
del tuo antico splendore.

Città,
Mondo,
Isola,
sublimami
coi tuoi diluvi floreali.

Acicastello

A precipizio,
la rocca lambisce
tumuli di stellate onde,
rive sinistre
che danzano stanche
su perdute leggende.

Gemiti di luce
sulle maree infrante
seducono il silenzio
delle rupestri coste.

Accorre la luna
alle smarrite sponde,
metamorfosi lavica
delle cruenti furie.

Terranova

Si fermano parole
sui binari del tempo.
E’ cessata l’illusione
di averti perennemente vissuta.

Arrivava l’istante del distacco,
anelato e improvviso.
E tu dormivi ancora
ai piedi delle tue ciminiere,
tra i fumi di un cielo tempesta.

Sanguinavi,
ferita a morte
dalla mano impietosa dei
tuoi burberi figli: io ti ho vista!

Fuggivo quegli spari,
fuggivo il suo viso.

La paura forse svanisce,
ma la memoria dei giorni di luce,
no,
quella resta.

Sulle tue rive
giace la mia infanzia,
mormora la mia gioventù,
gridano i miei natali.

Il mio cuore è un mosaico,
nelle tue acque si ricompone,
nei tuoi abissi ritrovo la parte mancante.

Dannato ricordo di felicità,
carceriere ingrato della mia nostalgia,
perché mi incateni al passato?
Liberami, infame,
\dalla tua morsa illusoria.

Svanisci dai miei sogni,
fà che il ritorno al suo grigio letargo
non debba tramutarsi in incanto perpetuo.

Errare, non serve:
l’evoluzione è compiuta!
Ed io ti ho perduta per sempre.

Canto la mia Terra

Canto la mia terra
ed ogni gemito del suo mare.

Canto lo splendore dei suoi tramonti,
la tristezza di ogni sua alba.

Il manto di stelle
loda la sua bellezza,
la calura del sole
narra la sua leggenda.

Sfioro il grano bruciato
dei suoi paesaggi d’estate;
odo le cicale che cantano a festa,
mentre l’aurora scende
sui campi infocati.

Sulla storia della sua perduta grandezza
e tra le rovine dei miei desideri
fiorisce l’orgoglio,
rinasce l’impeto,
fluisce la vita.

Germoglio dorato,
lenisci gli affanni del mio lungo viaggio.
Come eroe d’un tempo
solcherò i mari delle mie speranze,
come naufrago vagherò nella tempesta.

O musa ispiratrice
tra Scilla e Cariddi
ergi i tuoi lumi.

Rischiara il mio cammino,
guida la mia anima,
affinché stremato,
adagi il mio cuore
sulle tue rive incantate.

Fai Danzare le tue Parole

Danzano le mie parole
oltre i confini dell’indifferenza.
Spuma di umanità smarrita,
trapela dalle selve abbandonate.

Siedono i miei respiri
su rovi di libeccio,
il mio piacere è brama di eternità.

Infuriano i desideri
su imposte divelte dal tempo.
La ruggine morde angoli di cielo
spaesati lungo le coste.

Si staccano continenti
dal sospirato crepuscolo.
In un eccidio di raggi solari
si infiamma il sussurro di Eos.

Sugli aridi campi
seminerò tormenti,
dalla cerulea terra,
sbocceranno tempeste.

Né l’afa di questa notte
partorirà frutti zuccherini:
acerbo è l’immenso,
caduca la vita.

La caverna celi le sue trappole
alle brune zanne di Cerbero:
invano custode del male
morderai la mia anima.

Ella giace sotto effluvio del loto,
pronta a svanire nel rogo errante,
vagando da un esistenza all’altra
come fragore di lampo mortale.

domenica 21 dicembre 2008

Madre

E’ tempo di dirti addio madre,
è tempo che il tuo spirito voli leggero,
fluttuando sui nostri cuori,
è tempo che nella luce
risplenda il tuo sorriso.

Per te è forse la pace,
per noi che restiamo qui
continua la guerra,
adesso che non sei più accanto,
non più la tua bella voce,
non più i tuoi occhi,
non più il tuo amore e le tue carezze.

E’ così vuota la mia vita,
è vuoto il mio essere,
vola spaurita la mia anima
cercando la forza di imitarti,
la forza di eguagliare il tuo coraggio,
la tua grandezza,
la tua bellezza.

Gema l’universo,
tremi il mondo,
tacciano i boati,
io ti troverò.
Ma tu dove sei adesso?

Ascolti i miei versi?
Senti le mie parole
che vibrano forte,
e che adesso invocano te
e solo te?

Ti cerco ancora sulla Terra,
ma sei già in cielo
carezzata dalle nuvole,
brilla più forte da lassù
mamma,
che nessuna stella in tutto l’infinito splenda più di te,
che si sottometta la luna,
che si inchini il sole,
che si fermi l’immenso.

A te,
che mi hai dato la vita,
a te madre,
donerò tutti i fiori del mondo,
a te donerò tutti i colori dell’arcobaleno,
a te donerò il mio amore,
risplenderai in ogni mia lacrima
e quando chiuderò gli occhi,
mi lascerò cullare ancora una volta
dal tuo eterno abbraccio.

Cinque anni sono già passati, ma tu vivrai sempre in ogni mio respiro

L'Associazione Culturale Quinte Apparenti

Dopo aver provato l'ebbrezza della lettura di mie liriche in pubblico (ringrazio di ciò l'amica Donatella Galli), ho capito che quella stessa emozione che avevo provato io, sarebbe stato bello farla sentire ad altri. Così durante la mia permanenza a L'Aquila ho ideato e realizzato aiutato da alcuni carissimi amici aquilani, (Francesca, Federica, Alessandro, Enrico, Roberto,Valentina) una serie di reading di poesie e racconti brevi. La prima manifestazione "Note e Poesia" donava al pubblico (assai numeroso) intervenuto, la lettura di versi da parte di sei poeti diversi, alternati dalla musica. La seconda manifestazione , la più importante per me, "A Carnevale ogni Racconto vale" ha visto alternarsi, la lettura di un racconto di Kipling da parte del mio amico Claudio Alfonsi, che ha impreziosito con la sua voce il testo, alla lettura di racconti brevi di autori emergenti. Il tutto naturalmente sottolineato da interventi musicali. Desidero segnalare e non solo per l'affetto che mi lega a lui, ma soprattutto per la stima, la presenza del percussionista Josè Mobilia, cugino e compagno di avventura in questo spettacolo. Anche questo evento ha riscosso un discreto successo di pubblico e sulle ali dell'entusiasmo, prima di lasciare un pò a malincuore L'Aquila, ho realizzato insieme agli amici "Arte in divenire", dove oltre alla consueta lettura di testi classici e di autori emergenti alternati dalla musica, spiccava la presenza di un pittore che con i suoi colori dava forma alle note e ai versi che ascoltava. Un grosso in bocca al lupo agli amici aquilani che hanno fondato ufficilamente l'Associazione Culturale Zephiro, sotto l'egida del quale continueranno a produrre eventi e a dare spazio ai talenti letterari emergenti, ed un abbraccio speciale alla promotrice: Francesca.
Da parte mia, rientrato a Catania, mi appresto a fondare un'associazione culturale con l'intento principale di promuovere il talento di giovani scrittori e di aiutarli ad emergere dall'oblio in cui spesso si scrive e dal quale è difficile uscire per avere visibilità, attraverso l'organizzazione di recital, diamo voce ai poeti. Il secondo fine della mia associazione è altresì importante perché è quello di produrre o meglio di realizzare spettacoli teatrali. D'altronde il nome dell'associazione annovera tra i suoi termini la parola "Quinte" di stampo prettamente teatrale, alla quale ho aggiunto "Apparenti", in fondo il teatro non è finzione? Diventa effimero nell'espressione delle sue scenografie ed anche in altri aspetti, ma resta eterno nel cuore della gente che è rimasta estasiata dalla magia andata in scena!"

Poesia, Anima, Internet

Quanto è cambiato il mondo grazie alla tecnologia! Adesso le tue parole puoi imprimerle su
uno schermo. Avere un blog, uno spazio proprio in quella che è l'infinita rete virtuale è senza dubbio un modo per creare un 'isola nell'oceano di naviganti e navigazioni. Circumnavigare la tradizione e mettere a disposizione di chi desideri leggere, parole ,idee, concetti , pensieri e/o scritti vari. Diceva Nietzsche che scriveva perchè era l'unico modo che aveva per liberarsi dei suoi pensieri., capita lo stesso a me, quando scrivo mi libero dei pensieri , ed anche delle emozioni, che affollano il mio essere e come atomi impazziti si scontrano tra loro. E la notte, è il momento migliore per scrivere, il momento in cui le parole volano leggere come i pensieri che le sospingono. In tenera età iniziai a scrivere, con le mente ancora intrisa da favole e fil m fantastici , sentivo già la necessità e il desiderio di liberare appunto le emozioni che col passare del tempo sono aumentate d i numero e intensità. Il mio girovagare per l'Italia, ha contribuito alla formazione culturale e soprattutto umana del mio essere. La lettura di molti libri negli ultimi due anni ha dato un contributo importante, alla mia maturazione letteraria.
Posso dire di aver provato tutte le sensazioni più forti che la vita riserva. Ho odiato, ho sofferto. ho amato da impazzire, ho pianto, riso, gioito e alzato i pugni al cielo. Sono in prossimità di una tappa importante, quarant'anni di vita intensa , unica e che ripercorrerei così per com'è. Una tappa che vedrà la realizzazione di un sogno: uno spettacolo tutto mio! Una cosa sola vorrei fosse diversa, vorrei solo che mia madre fosse ancora con me, per vedere i frutti di quell'arte che mi ha instillato dandomi la vita, ogni successo è per lei, ogni lacrima e compiacimento. L'ho immortalata in una poesia, scolpendo la sua magnificenza con parole alate che hanno raggiunto il cuore della gente. Ho donato versi anche a molte donne che come stelle hanno brillato e ancora lo farò con coloro che brameranno brillare nella costellazione della mia vita.