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mercoledì 24 dicembre 2008

Fantasia e Festività

Secondo Freud, ai poeti e ai pensatori va riconosciuta la priorità della scoperta delle energie inconsce che trovano una valvola di sfogo nella creazione artistica, la cui origine può essere ricercata nella necessità imposta dagli adulti ai bambini di abbandonare il mondo della fantasia e dei giochi per attenersi agli obblighi sociali. Tutto questo perchè la civiltà blocca in un certo senso la felicità legata al piacere pulsionale, e di conseguenza la fantasia si ribella e tende a compensare tale privazione attraverso la produzione poetica. Prendo a prestito questo concetto evinto da un bel libro (Una Briglia all'Emozione Creatività e Psicanalisi di Maria Elvira De Caroli), per scrivere questo messaggio di augurio a tutti i visitatori del blog e soprattutto a chi come me, cerca nella scrittura o nell'arte in generale di evadere dalla realtà dando soddisfazione alla pulsione artistica. Non me ne voglia Orfeo, ma stanotte le tenebre appartengono a me. Appartengono ai miei versi, alle mie parole incise nel silenzio di questa notte. Appartengono alla mia creatività che trova sfogo, nei canti che la musa mi trasmette. Nessuna Euridice da commemorare, ma solo alcuni ricordi dei tempi più belli.
Ricordo un Natale, infatti, in cui la programmazione televisiva era intrisa di film fantastici, tutti "divorati" dai miei occhi e dalla mia mente. Finite le vacanze, però, la notte prima del rientro a scuola, piangevo in silenzio nel mio letto perchè avrei voluto trovarmi nel magico mondo di Oz, o desiderato godermi la gioia e la generosità di Ebenizer Scrooge ritrovata dopo la visita dei tre fantasmi. Così mi ritrovai ad usare una vecchia macchina da scrivere, per dare inchiostro alle mie prime fantasie.
Oggi la realtà ha preso il sopravvento, impedendo forse di ritagliarci un piccolo spazio per sognare ancora. La recessione e la conseguente incertezza economica e tutti gli altri mali del nostro mondo ci pesano.
Ed anche se noi esseri umani, gli artisti in particolare, celiamo sempre una vena di amarezza, dobbiamo proprio ad essa la pulsione alla scrittura o alla composizione in genere. Artisti e fruitori uniti dal tentativo di fuggire la realtà! Perchè anche i destinatari della poesia vengono gratificati da una forma di soddisfazione, in quanto provano un piacere particolare dovuto alla liberazione delle tensioni psichiche, il cosidetto "Piacere Preliminare". (Sempre dal libro della De Caroli)
In fondo come dice lo stesso Freud: "l'uomo felice non fantastica mai, solo l'insoddisfatto lo fa".
Buon Natale a tutti

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