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martedì 24 febbraio 2009

ISOLE DI SPERANZA

Come isole di speranza
restiamo sospesi su sterminati mari,
ad occhi chiusi ne solchiamo le acque
in balia dei nostri pensieri.

Naufraga,
la tua voce vibra,
invano corde
brandiranno l'istinto.

Una mediterranea spuma
albeggia eterea;
dal Lauro sorto,
l'Anapo fluisce lungo anse incantate.

A valle di aride foci,
il tuo respiro
concima d'immenso
estinti dilemmi.

Ricamerò coi fili del tempo
i cieli increspati del destino,
la danza degli aghi
tesserà di floreale splendore
ombre di vita sommersa.

2008/2009

mercoledì 18 febbraio 2009

BARCELLONA

Come da tradizione di ogni mio viaggio all'estero (gia`ìl secondo in poco tempo), lascio il segno a caldo, emozioni e parole come marchio indelebile su questo spazio e sulla mia anima. Un ritardo per problemi tecnici, ha fatto slittare la partenza di alcune ore, ma da buon ammiratore di Epicuro e dei suoi Stoici ho preso la cosa dal lato positivo, tent'e' che ho conosciuto molta gente simpatica.. Ed il tempo durante il viaggio e' passato in un attimo grazie alla vicinanza di una ragazza tanto bella quanto simpatica, finalmente una bella discussione culturale senza timore di annoiarsi a vicenda. Scrivo qui di seguito le note scritte durante le visite alle meraviglie di Gaudì, trascrivo parole che come fiume in piena hanno trascinato come detriti le mie sensazioni verso un oceano infinito.
"E cos¡', dopo lo smarrimento provato all'interno del Duomo di Monreale, ecco le lacrime e i moti di commozione davanti l'immensita' della Sagrada Familia. Oh Gaudi' che genio che sei stato. Ancora una volta sono debole, quasi indifeso davanti la potenza creativa dell'uomo, o meglio in questo caso di un uomo. Che meraviglia! La sua bellezza paga da sola lo squallore di ieri sera della Rambla. Dopo un viaggio movimentato con partenza ritardata a causa di un passero "suicida" e una piacevole conoscenza di una ragazza tanto bella quanto intelligente. Ecco dunque il momento piu' bello di questo mio viaggio. Qui in fila per salire a due passi dal cielo, per percorrere a ritroso dalle nuvole la maestosita' di questo tempio dedicato a Dio. A Lui le opere piu' grandi, le migliori espressioni delle arti, chissa' perche' poi.. Forse la parte migliore della chiesa e' proprio la bellezza artistica e lo splendore scultoreo delle strutture. dai bizantini a Gaudi', dal chiostro alle case marchiate di genialita'.. h. 11.30 circa.."

"Breve sosta. Dopo aver dedicato la giornata a gaud¡', e' stato il momento di tornare al medioevo con la bella cattedrale di questa citta'. Tanti spunti, tante idee, la storia respira attraverso ogni granello di polvere che si e' compattato in pietra, per creare meraviglie come questa e come molte altre. Si' e' bello viaggiare. Quanta ricchezza acquisti, quante emozioni stillano passando attraverso gli occhi o lungo le narici quando per le vie inali odori di un'altra nazione. Solo la maledetta stupidita' dei fumatori rovina alcuni attimi. E comunque ancora una volta perso nelle bellezze..come quella bionda in bici che non e' niente male..anzi e' molto graziosa, peccato per la macchia di quella c....o di sigaretta tra le dita.. Il Parc Guell e' stupendo, un intreccio tra natura e architettura. Quello che Gaudi' faceva spesso. In ogni opera che realizzava perche'in effetti dalla natura c'e' tanto da attingere, c'e' il semplice infinito.. o scampoli di immenso in tutte le sue forme. Scarico la stanchezza che assale il mio corpo, soavi massaggi attraverso la mente e le emozioni che scorrono forti ancora adesso. Anche se il crepuscolo e questo leggero vento mitigano queste emozioni e carezzano la mia anima, mentre su questi scalini mi godo qualche minuto di meritato riposo.." h. 18.40
Lascio dunque queste parole estemporanee,che in qualche modo hanno dipinto questa mia breve ma intensa permanenza in Spagna, come ricordo indelebile di un passo,un altro ancora nel mondo dei sogni. Mi congedo con una citazione di Seneca che secondo me e' adatta alla mia vita di questo periodo e di sempre: "Non importa quanto si vive, ma come!"
Vale

giovedì 12 febbraio 2009

NOTTE DI PRIMAVERA

Sul nero fiume della nostalgia
veleggiano i miei sogni,
fendendo le acque
dell’effimero Stige.
Nell’impetuoso vortice degli oceani
si perdono le mie parole.

Nei silenzi di farfalla
curo le mie ferite,
liberando l’olfatto
affinché ritrovi la primavera,
affinché uno scisma di profumi intensi
sconvolga la solitudine delle vanità.

Al di là dei promontori
sorge la bruma del mare,
imbiancata da schegge di luna.

E’ così profonda questa notte,
ne inspiro il veleno,
mentre i gelsomini
sciolgono essenze
sotto un prato di stelle.

Giace Nettuno
sopra muschi e licheni,
riposano gli scogli
dalla furia del mare.

Tace il sussurro del vento,
siede la brezza sulle sponde incantate.

Dorme la città
dai lumi smorzati,
cullata dal sinistro rantolo del
vulcano fumante.

A breve,
le cicale canteranno l’amore,
e il suono della mia voce,
svanirà,
nell’etereo respiro del tempo infinito.
2008

martedì 10 febbraio 2009

LUME DEL MONDO

Come esule ti rifuggo terra mia,
terra maledetta e meravigliosa,
terra d’amori infranti e speranze fallite,
terra arida e splendente:
lume del mondo e buio del mio cuore.

Ho inspirato la tua anima e posseduto il tuo corpo
ebbro di profumi e caldo di passione,
ho assorbito il tuo gelo e congelato i sogni;
sulle tue sponde limpide ho offuscato i miei pensieri
perdendomi continuamente al largo della tua vastità.

Lontano da te,
lontano da dove il dolce vento del tuo respiro
ha destato in me frammenti d’immenso,
lontano dal tuo canto di sirena
che ha ammaliato i miei sensi
cullandoli in un torpore lieve ma letale.

Come un dolce veleno
attraverso i tuoi baci,
ho percepito il tuo amore,
infimo e infinito,
attraverso le tue carezze
ha tremato il mio corpo.

Mi inganni terra mia,
coi tuoi tramonti splendenti
mi levi il respiro,
mentre l’eco dei tuoi lamenti
si perde nelle caverne del mio cuore.

Sui sentieri della vita proseguirò il mio cammino,
come ramingo fuggirò solitario
portandoti nel cuore,
nel corpo,
nell’anima,
portandoti sempre con me terra mia,
sempre con me;
maledetto e meraviglioso fiore,
mai sbocciato,
mai voluto,
sempre amato.
2006