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martedì 31 marzo 2009

PROLOGO IN VERSI (STRALCIO CUMPARI FAUST)

Né mago né incantatore,
nasce cristiano e vive da imbonitore.

Ambizioso non poco,
cerca la luce ma finisce nel fuoco.

Fuori dal tempo e dal mondo,
eternamente smarrito nel suo ego profondo.

Ali di cera, bruciate dal sole
al giorno d’oggi vivere non vuole.

Inferno e Paradiso,
giacerà il male nel suo sorriso.

Pagherà caro l’infame baratto
L’anima perduta non teme il riscatto.

Eroe o peccatore?
Che si apra il sipario,
inizia la storia signori e signore!

venerdì 27 marzo 2009

GIA' 5 ANNI... VIVI SEMPRE IN OGNI MIO RESPIRO, CIAO MAMMA

MADRE

E’ tempo di dirti addio madre,
è tempo che il tuo spirito voli leggero,
fluttuando sui nostri cuori,
è tempo che nella luce
risplenda il tuo sorriso.

Per te è forse la pace,
per noi che restiamo qui
continua la guerra,
adesso che non sei più accanto,
non più la tua bella voce,
non più i tuoi occhi,
non più il tuo amore e le tue carezze.

E’ così vuota la mia vita,
è vuoto il mio essere,
vola spaurita la mia anima
cercando la forza di imitarti,
la forza di eguagliare il tuo coraggio,
la tua grandezza,
la tua bellezza.

Gema l’universo,
tremi il mondo,
tacciano i boati,
io ti troverò.
Ma tu dove sei adesso?

Ascolti i miei versi?
Senti le mie parole
che vibrano forte,
e che adesso invocano te
e solo te?

Ti cerco ancora sulla Terra,
ma sei già in cielo
carezzata dalle nuvole,
brilla più forte da lassù
mamma,
che nessuna stella in tutto l’infinito splenda più di te,
che si sottometta la luna,
che si inchini il sole,
che si fermi l’immenso.

A te,
che mi hai dato la vita,
a te madre,
donerò tutti i fiori del mondo,
a te donerò tutti i colori dell’arcobaleno,
a te donerò il mio amore,
risplenderai in ogni mia lacrima
e quando chiuderò gli occhi,
mi lascerò cullare ancora una volta
dal tuo eterno abbraccio.

lunedì 23 marzo 2009

LA STAGIONE DEI MIRAGGI

"Che torbida notte di marzo! Ma che mattinata tranquilla! Oh cielo pulito! Che sfarzo di perle!" G. Pascoli
Quest'anno la primavera è arrivata tingendosi di bianco. In alcune località il silenzio della neve ha coperto i tripudi floreali della stagione dei miraggi. Ma oggi il sole e le sue perle, splendevano squarciando le tinte celesti di un cielo sornione. Annuncia roboante il suo arrivo la primavera, non appena lambisce i campi siculi, non si può restare indifferenti. Fiorisce nei miei ricordi in tutta la sua imponenza, i ricordi di campi tempestati dal verde risveglio, ricordi di viaggi infiniti lungo litorali e campagne in festa. Il calore del sole che bruciava la brina svanita nel nulla. I suoi occhi chiusi mentre il motore dell'auto dirigeva i nostri sogni alla meta. Ed erano laghi, prati e sconfinati desideri che sbocciavano effimeri. Era la potente leggenda della nostra storia, che respirava nei templi stagliatisi innanzi a frammenti di vista. Un giro per la Sicilia ed i suoi splendori, o lungo il pianeta e il suo destarsi al profumo intenso della nuova stagione.
"Com’è dolce veder nascere tra le brume la stella nell’azzurro, alla finestra il lume, i fiumi di carbone salire al firmamento e la luna versare il suo vago incantamento. Vedrò le primavere, le estati, gli autunni e quando verrà l’inverno e le sue monotone nevi, dappertutto chiuderò tende e imposte, per costruire nella notte i miei palazzi fatati." (C. Baudelaire)
Vedrò le primavere, le estati, gli autunni... E' ora di aprire le tende, le imposte, è tempo di lasciar entrare il vento ed il suo alito di ginestra. Potessimo annullare la sofferenza e vivere solo di meraviglie. Organismi inperfetti, che si inceppano e si estinguono.. Lasciando gemiti lungo le corsie! Come accettarlo? Come andare oltre, lasciando il dolore a svellersi dal variare del tempo?
Bisogna attingere all'ipotesi che il corpo è solo un involucro, che si scioglierà non appena la nostra anima cambierà pelle. Come anfibio, strisceremo lungo il confine, lungo quella labile linea che perpendicolare crolla tra la vita e la morte. "Le case e le stanze sono piene di profumi - le mensole sono colme di profumi, io stesso ne respiro la fragranza, la riconosco e mi piace." (W.Whitman)
Dunque la fragranza della primavera, così persistente entra nelle stanze del nostro vivere. Riuscite a sentirla? Fermatevi un attimo e se l'unico odore che percepite è il fumo malefico del nostro tempo, chiudete gli occhi e pensate all'aroma dei fiori in vita. Immaginate che ogni fiore sbocci per voi, donando a tutti i vostri sensi minuscole scariche di vita.. Un fiore che tra colori e fragranze sublimi il vostro istante.. Cercate questo anche tra i vostri ricordi. E ricordi odorano di tutto. Di lezzo e sudiciume, ma anche di gelsomino e pioggia svanita. Nelle logge delle nostre nostalgie albergheranno i momenti passati, presenti e futuri delle nostre vite istantanee. attimi fuggiti e a volte immortalati da inchiostro, colori o foto. Un'impressione, l'impressione del tempo che per un attimo, anche solo per un maledettissimo e fuggitivo attimo, abbiamo stretto tra le nostre mani. "Di grano ed aria è fatto il tuo corpo, muove. Lo evoco, vedi, d'oltre i secoli. Penso non resterai.." (J. Berryman) E l'odore del grano, o della sua metamorfosi calda che ci sfama da generazioni, si fisserà sulle nostre emozioni, inebriando la speranza di cogliere ogni impercettibile odore di questa stagione agli albori.
"Già la primavera riporta tepori senza gelo, già tace il furore del cielo equinoziale al dolce spirare dello Zefiro.....Già trepida l'animo e freme nell'ansia di errare, già gli alacri piedi acquistano gioioso vigore. Addio dolce schiera di amici, che insieme partiti dalla patria lontana, cammini diversi riportarono indietro divisi." Catullo

domenica 22 marzo 2009

DI ACQUA E DI ARIA

Le impronte della tua anima
fendono fiumi di sabbia,
l'orma indelebile,
nessun vento
soffierà via.

Sei di acqua,
mite, tacita e fluente,
ondeggi sospesa
al lieve suono del mare.

Sei di aria,
incorporea e sognatrice,
apri le ali del tempo
per volare
tra galassie evanescenti,
oltre i confini della musica.

Sei fruscìo fra i miei sensi.
Anelante,
scandisci l'ombra del crepuscolo,
al suo pallido imbrunire
frammenti l'orrizzonte.

Tuo è lo splendore carnale,
tua la pelle di immenso e i baci di fuoco,
tua la bocca di miele e il veleno antartico.

Sei ebbrezza di vischio
esile e persistente,
vano sfuggirti!

Di acqua e di aria,
di anima e corpo
avvinci e sfinisci;
oh esuli sospiri
l'eternità ci attende.

mercoledì 18 marzo 2009

"LA VITA E' SOGNO..."

“Gli Dèi, se sono giusti nella loro ingiustizia, ci conservino i sogni anche quando sono del tutto impossibili, e ci diano buoni sogni, anche se di bassa levatura. Oggi, che non sono ancora vecchio, mi è possibile sognare isole del Sud e Indie improbabili; domani forse mi sarà concesso, dagli stessi dèi, il sogno di essere padrone di una piccola tabaccheria, o pensionato in una casa di periferia. Qualsiasi sogno è lo stesso sogno, perché sono tutti sogni. Gli Dèi mi cambino pure i sogni , ma non il dono di sognare.” F.Pessoa
Parlo ancora dei sogni, quelli a occhi aperti perché trovo sia l’unica strada che si possa illuminare a nostro piacimento. Una strada mai buia da percorrere con un carico di speranze notevole, anche se spesso questo carico va perduto lungo il cammino. Sulla musica impreziosita dalla voce di Billie Holiday, lascio scorrere queste parole, immediate ed estemporanee, per tracciare alcuni attimi della mia vita e del mio pensiero, così spesso variegato. Sognare perché non ci è concesso più. Sfuggire al rotore imperterrito della velocità quotidiana, questo è il segreto per non venire travolti, cercare riparo in una grotta incantata e immaginare di trovarvi ciò che di più bello desideriamo. Cavalcare le note di un sax, perdersi in un dipinto, ascoltare poesie o versi indelebili. Così riesco a volare, (a volte molto in alto, forse troppo!) conscio del rischio di schiantarmi subito dopo. Perché visto quanto sono effimeri i sogni, è bene godersi fino alla fine ogni singolo attimo che perdiamo in essi. Il mondo ci martella: la tv, le guerre, le stragi, il maltempo, le carestie, gli omicidi ,le malattie. Dove, dove sfuggire, dove trovare un angolo di serenità? Se questo mondo fosse un pallone colmo di aria, lo scaglieremmo lontano oltre la galassia. Ma dentro invischiati in ogni atomo della sua terra ci siamo noi, siamo lì, indifesi ed eterei. Lasciamo una traccia, una traccia di noi. Chi lascia un figlio, chi qualcosa creato con le proprie mani, chi arte o musica o parole. Rendiamo eterne le nostre speranze, coltiviamo i nostri sogni affinchè sboccino radiosi illuminando l’universo intero. Ce la possiamo fare, bisogna solo crederci. E io ci credevo già da ragazzo quando chiudevo le prime poesie con una vena di ottimismo, c’era un lume che si trasformava nell’eterno brillare di una stella, c’era una goccia d’acqua che diveniva fiume in piena.. Tutto l’ottimismo dell’adolescenza, di quel periodo contorto ed illuminato da scoperte univoche. Ma crescendo, lentamente lasci che tutto si perda; nel ciclo della vita tutto torna e tutto finisce. Come un cerchio infinito ritornano i sogni che avevi da bambino, ti perdi in un fumetto di trent’anni fa, quando ancora le ambizioni di realizzare qualcosa di importante non conoscevano ostacoli. Quando ancora la vita che desideravi per il futuro era rosea. Che circolo intenso, immenso ed incredibile che è la vita. Annulliamo gli orrori e lasciamoci andare lungo il sapore di un bacio, lungo lo splendore di un fiore o la radiosità del sole che col suo calore coccola ogni singola cellula del nostro essere. Del nostro essere uomo, essere carne debole, avvinta, ma intrisa di terminazioni nervose. Ognuna è un’emozione, ogni tocco o sapore o odore che percepiamo dall’ambiente che ci avvolge, ognuno di questi elementi contribuisce a farci saltare oltre ogni maledettissimo ostacolo. Colpisci quanto vuoi dannata realtà, flagella pure, ti sopravviveremo, siamo nati per questo. Questo è il nostro scopo, non stancarsi mai, nemmeno per un attimo di vivere, di vivere e di sognare! “Di che vi meravigliate? Di che stupite, se fu mio maestro un sogno e sto tuttavia temendo nelle mie ansie di dovermi svegliare e trovarmi una volta ancora nel mio chiuso carcere? E se pur ciò non avvenga basta il sognarlo soltanto, perché così sono giunto a sapere che tutta la felicità umana infine passa come un sogno…” Calderòn De La Barca

venerdì 13 marzo 2009

BASTIMENTI IN PARTENZA

E’ ora di ormeggiare i sogni
al largo di evanescenti realtà,
sulla tela del tempo
ho ricamato i tuoi baci.

Saranno bastimenti in partenza
le nostre vite lontane,
esuli
tra arcipelaghi e continenti
ci ritroveremo al confine del mondo.

Oltre la porta dei venti
a est delle mie speranze,
brandirò immemore la tua bellezza,
conservando in eterno
l’intenso sapore
delle tue labbra arrendevoli.

lunedì 9 marzo 2009

NOSTALGIA TECNOLOGICA

"... Un oceano elettronico di suoni, di musica e di parole, di musica e parole che veniva, veniva a battere sulla spiaggia della sua mente insonne.." (Ray Bradbury, Fahrenheit 451.)
Appena pochi minuti fa, ho finito di parlare con una ex compagna delle scuole elementari ritrovata grazie a quella meraviglia tecnologica che è Facebook. All'inizio la scoperta di questo programma ha catalizzato la maggior parte delle mie attenzioni e delle mie (non brillantissime) conoscenze informatiche. E' stato bello ritrovare vecchi amici di infanzia, creare una comunità di conoscenti virtuali a cui comunicare stati quotidiani di buona o cattiva sorte. Ma ben presto l'altra faccia della medaglia è impietosamente venuta fuori. Alcune amiche che sentivo per telefono, da che si sono iscritte a questo programma, non gradiscono più la "tradizionale" chiaccherata; e invece alcune ragazze simpatiche conosciute anch'esse sulla piattaforma digitale, preferiscono che l'amicizia resti solo virtuale.
In fondo sono un pò all'antica e trovo che ancora oggi, ove non ci si possa incontrare e
se, pur dispendioso, il telefono sia il mezzo migliore per comunicare. La voce trasmette molto di più di un glaciale schermo di computer. E' anche vero, che oggi l'amore, ad esempio, corre spesso veloce, estendendo la sua durata lungo l'insidioso filo degli sms. Io per primo mi sono adeguato e da parole inviate tramite messaggini ho spesso colto emozioni indicibili. Però credo, come già scritto, che sentirsi per voce può solo rafforzare le cose belle scritte e/o chiarire eventuali equivoci venutisi a creare a causa proprio degli sms.
Tornando a Facebook, in fondo gli devo il piacere di aver ritrovato cari amici perduti dal decorso impetuoso del tempo. Amici di infanzia che hanno avuto il desiderio di contribuire in maniera importante alla realizzazione del mio spettacolo: l'evento del 4 aprile, al quale vorrei fossero presenti tutte le persone più importanti della mia vita. E per questo sto cercando di invitare anche gli amici persi di vista, che con la scusa del mio "Faust" potrebbero rincontrarsi. Chiuderò gli occhi alla fine e immaginerò di vedere tra il pubblico che (spero) applaudirà , anche chi non potrà venire, chi sarà con me nonostante tutto, chi tiene ancora in ostaggio la mia anima.
Posto un macigno sul passato, i ricordi come acqua fluente lo modelleranno e riusciranno sempre a fuggire verso l'anelata libertà della loro breve vita, attraverso i miei sospiri.
Ormai impelagato nella trappola cibernetica, ne cavalco gli impulsi, per trasmettere al mondo le parole impresse su questo esiguo spazio virtuale, un segnale debole, una lampara nell'oceano oscuro della notte..Una luce sottile ma perpetua, un punto di approdo e di partenza di tutte le emozioni che scaturiscono come fiume in piena da ogni attimo che colgo!
"Ma l'eterno in voi riconosce l'eternità della vita, e sa quanto l'oggi non sia che il ricordo di ieri e che il domani sarà il sogno di oggi.." (Gibran, Il Profeta)

INDELEBILE

Agli orli della mia anima
ho cucito il tuo nome,
indelebile,
come inchiostro di rosa,
lo urlerò in silenzio
chiamando il tuo cuore.

Pelle di ginestra,
bramo i tuoi baci di miele,
le tue labbra
boccioli di rosa fremono
soffici e intriganti,
il solo ricordo mi annulla.

Sei acqua di mare
tempesta di ricordi
uragano di speranze.
Sei fiume che scorre
Impetuoso,
impietoso.

Ah brama di immenso
quanto veleno hai instillato in me,
ogni singola goccia ,
come tremore mortale.

Liberati dalla schiavitù,
spezza le catene
amore mio,
vola a me.

Le mie braccia stanche
saranno il tuo rifugio,
vinta la nostalgia,
tra amore e morte
risorgeremo
a nuova vita.

2006

lunedì 2 marzo 2009

IL RESPIRO DEL MARE

Su ondulate parvenze d’immenso,
si staglia il respiro del mare,
mentre inebrio l’anima di salmastre speranze.

Tace lo sguardo bramoso,
repentino svanisce su ali di gabbiano
che fendono l’aria immobile,
adagiata sull’acqua.

Di qua dai faraglioni,
il mondo è un macigno,
al di là,
sull’orizzonte,
diviene nuvola dissolta.

Sono silenzi le parole,
perdute sulla delicata frequenza
di un moto infinito.

Mi attraversa il sole imperioso,
una sublime apparenza
che erge i suoi scogli
plasmati dal tempo.