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lunedì 23 marzo 2009

LA STAGIONE DEI MIRAGGI

"Che torbida notte di marzo! Ma che mattinata tranquilla! Oh cielo pulito! Che sfarzo di perle!" G. Pascoli
Quest'anno la primavera è arrivata tingendosi di bianco. In alcune località il silenzio della neve ha coperto i tripudi floreali della stagione dei miraggi. Ma oggi il sole e le sue perle, splendevano squarciando le tinte celesti di un cielo sornione. Annuncia roboante il suo arrivo la primavera, non appena lambisce i campi siculi, non si può restare indifferenti. Fiorisce nei miei ricordi in tutta la sua imponenza, i ricordi di campi tempestati dal verde risveglio, ricordi di viaggi infiniti lungo litorali e campagne in festa. Il calore del sole che bruciava la brina svanita nel nulla. I suoi occhi chiusi mentre il motore dell'auto dirigeva i nostri sogni alla meta. Ed erano laghi, prati e sconfinati desideri che sbocciavano effimeri. Era la potente leggenda della nostra storia, che respirava nei templi stagliatisi innanzi a frammenti di vista. Un giro per la Sicilia ed i suoi splendori, o lungo il pianeta e il suo destarsi al profumo intenso della nuova stagione.
"Com’è dolce veder nascere tra le brume la stella nell’azzurro, alla finestra il lume, i fiumi di carbone salire al firmamento e la luna versare il suo vago incantamento. Vedrò le primavere, le estati, gli autunni e quando verrà l’inverno e le sue monotone nevi, dappertutto chiuderò tende e imposte, per costruire nella notte i miei palazzi fatati." (C. Baudelaire)
Vedrò le primavere, le estati, gli autunni... E' ora di aprire le tende, le imposte, è tempo di lasciar entrare il vento ed il suo alito di ginestra. Potessimo annullare la sofferenza e vivere solo di meraviglie. Organismi inperfetti, che si inceppano e si estinguono.. Lasciando gemiti lungo le corsie! Come accettarlo? Come andare oltre, lasciando il dolore a svellersi dal variare del tempo?
Bisogna attingere all'ipotesi che il corpo è solo un involucro, che si scioglierà non appena la nostra anima cambierà pelle. Come anfibio, strisceremo lungo il confine, lungo quella labile linea che perpendicolare crolla tra la vita e la morte. "Le case e le stanze sono piene di profumi - le mensole sono colme di profumi, io stesso ne respiro la fragranza, la riconosco e mi piace." (W.Whitman)
Dunque la fragranza della primavera, così persistente entra nelle stanze del nostro vivere. Riuscite a sentirla? Fermatevi un attimo e se l'unico odore che percepite è il fumo malefico del nostro tempo, chiudete gli occhi e pensate all'aroma dei fiori in vita. Immaginate che ogni fiore sbocci per voi, donando a tutti i vostri sensi minuscole scariche di vita.. Un fiore che tra colori e fragranze sublimi il vostro istante.. Cercate questo anche tra i vostri ricordi. E ricordi odorano di tutto. Di lezzo e sudiciume, ma anche di gelsomino e pioggia svanita. Nelle logge delle nostre nostalgie albergheranno i momenti passati, presenti e futuri delle nostre vite istantanee. attimi fuggiti e a volte immortalati da inchiostro, colori o foto. Un'impressione, l'impressione del tempo che per un attimo, anche solo per un maledettissimo e fuggitivo attimo, abbiamo stretto tra le nostre mani. "Di grano ed aria è fatto il tuo corpo, muove. Lo evoco, vedi, d'oltre i secoli. Penso non resterai.." (J. Berryman) E l'odore del grano, o della sua metamorfosi calda che ci sfama da generazioni, si fisserà sulle nostre emozioni, inebriando la speranza di cogliere ogni impercettibile odore di questa stagione agli albori.
"Già la primavera riporta tepori senza gelo, già tace il furore del cielo equinoziale al dolce spirare dello Zefiro.....Già trepida l'animo e freme nell'ansia di errare, già gli alacri piedi acquistano gioioso vigore. Addio dolce schiera di amici, che insieme partiti dalla patria lontana, cammini diversi riportarono indietro divisi." Catullo

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