“Gli Dèi, se sono giusti nella loro ingiustizia, ci conservino i sogni anche quando sono del tutto impossibili, e ci diano buoni sogni, anche se di bassa levatura. Oggi, che non sono ancora vecchio, mi è possibile sognare isole del Sud e Indie improbabili; domani forse mi sarà concesso, dagli stessi dèi, il sogno di essere padrone di una piccola tabaccheria, o pensionato in una casa di periferia. Qualsiasi sogno è lo stesso sogno, perché sono tutti sogni. Gli Dèi mi cambino pure i sogni , ma non il dono di sognare.” F.Pessoa
Parlo ancora dei sogni, quelli a occhi aperti perché trovo sia l’unica strada che si possa illuminare a nostro piacimento. Una strada mai buia da percorrere con un carico di speranze notevole, anche se spesso questo carico va perduto lungo il cammino. Sulla musica impreziosita dalla voce di Billie Holiday, lascio scorrere queste parole, immediate ed estemporanee, per tracciare alcuni attimi della mia vita e del mio pensiero, così spesso variegato. Sognare perché non ci è concesso più. Sfuggire al rotore imperterrito della velocità quotidiana, questo è il segreto per non venire travolti, cercare riparo in una grotta incantata e immaginare di trovarvi ciò che di più bello desideriamo. Cavalcare le note di un sax, perdersi in un dipinto, ascoltare poesie o versi indelebili. Così riesco a volare, (a volte molto in alto, forse troppo!) conscio del rischio di schiantarmi subito dopo. Perché visto quanto sono effimeri i sogni, è bene godersi fino alla fine ogni singolo attimo che perdiamo in essi. Il mondo ci martella: la tv, le guerre, le stragi, il maltempo, le carestie, gli omicidi ,le malattie. Dove, dove sfuggire, dove trovare un angolo di serenità? Se questo mondo fosse un pallone colmo di aria, lo scaglieremmo lontano oltre la galassia. Ma dentro invischiati in ogni atomo della sua terra ci siamo noi, siamo lì, indifesi ed eterei. Lasciamo una traccia, una traccia di noi. Chi lascia un figlio, chi qualcosa creato con le proprie mani, chi arte o musica o parole. Rendiamo eterne le nostre speranze, coltiviamo i nostri sogni affinchè sboccino radiosi illuminando l’universo intero. Ce la possiamo fare, bisogna solo crederci. E io ci credevo già da ragazzo quando chiudevo le prime poesie con una vena di ottimismo, c’era un lume che si trasformava nell’eterno brillare di una stella, c’era una goccia d’acqua che diveniva fiume in piena.. Tutto l’ottimismo dell’adolescenza, di quel periodo contorto ed illuminato da scoperte univoche. Ma crescendo, lentamente lasci che tutto si perda; nel ciclo della vita tutto torna e tutto finisce. Come un cerchio infinito ritornano i sogni che avevi da bambino, ti perdi in un fumetto di trent’anni fa, quando ancora le ambizioni di realizzare qualcosa di importante non conoscevano ostacoli. Quando ancora la vita che desideravi per il futuro era rosea. Che circolo intenso, immenso ed incredibile che è la vita. Annulliamo gli orrori e lasciamoci andare lungo il sapore di un bacio, lungo lo splendore di un fiore o la radiosità del sole che col suo calore coccola ogni singola cellula del nostro essere. Del nostro essere uomo, essere carne debole, avvinta, ma intrisa di terminazioni nervose. Ognuna è un’emozione, ogni tocco o sapore o odore che percepiamo dall’ambiente che ci avvolge, ognuno di questi elementi contribuisce a farci saltare oltre ogni maledettissimo ostacolo. Colpisci quanto vuoi dannata realtà, flagella pure, ti sopravviveremo, siamo nati per questo. Questo è il nostro scopo, non stancarsi mai, nemmeno per un attimo di vivere, di vivere e di sognare! “Di che vi meravigliate? Di che stupite, se fu mio maestro un sogno e sto tuttavia temendo nelle mie ansie di dovermi svegliare e trovarmi una volta ancora nel mio chiuso carcere? E se pur ciò non avvenga basta il sognarlo soltanto, perché così sono giunto a sapere che tutta la felicità umana infine passa come un sogno…” Calderòn De La Barca
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