Su ondulate parvenze d’immenso,
si staglia il respiro del mare,
mentre inebrio l’anima di salmastre speranze.
Tace lo sguardo bramoso,
repentino svanisce su ali di gabbiano
che fendono l’aria immobile,
adagiata sull’acqua.
Di qua dai faraglioni,
il mondo è un macigno,
al di là,
sull’orizzonte,
diviene nuvola dissolta.
Sono silenzi le parole,
perdute sulla delicata frequenza
di un moto infinito.
Mi attraversa il sole imperioso,
una sublime apparenza
che erge i suoi scogli
plasmati dal tempo.
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