Si fermano parole
sui binari del tempo.
E’ cessata l’illusione
di averti perennemente vissuta.
Arrivava l’istante del distacco,
anelato e improvviso.
E tu dormivi ancora
ai piedi delle tue ciminiere,
tra i fumi di un cielo tempesta.
Sanguinavi,
ferita a morte
dalla mano impietosa dei
tuoi burberi figli: io ti ho vista!
Fuggivo quegli spari,
fuggivo il suo viso.
La paura forse svanisce,
ma la memoria dei giorni di luce,
no,
quella resta.
Sulle tue rive
giace la mia infanzia,
mormora la mia gioventù,
gridano i miei natali.
Il mio cuore è un mosaico,
nelle tue acque si ricompone,
nei tuoi abissi ritrovo la parte mancante.
Dannato ricordo di felicità,
carceriere ingrato della mia nostalgia,
perché mi incateni al passato?
Liberami, infame,
\dalla tua morsa illusoria.
Svanisci dai miei sogni,
fà che il ritorno al suo grigio letargo
non debba tramutarsi in incanto perpetuo.
Errare, non serve:
l’evoluzione è compiuta!
Ed io ti ho perduta per sempre.
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