Vi siete mai chiesti quanto è grande l'universo rispetto a noi? Vi siete mai resi conto che le stelle, gli alberi, il cielo, il mare, continuano ad esistere con o senza noi?
A me capita spesso. Cercare di minimizzare la mia vita rispetto a quella millenaria dei pianeti, tentare di perdere i miei pensieri lungo i sentieri dello spazio infinito. Non è facile lo so, ma bisogna provare. Pochi mesi fa appoggiato alla barra di un letto di ospedale ove mio padre lottava tra la vita e la morte, alzai gli occhi per un attimo e al di là dei balconi, vidi sorgere in tutta la sua imponenza il sole, che incendiava il sussurro del mare. Là perdendo lo sguardo oltre i suoi confini, mi dissi che il giorno nonostante tutto era nato quella mattina e lo stesso avrebbe fatto la mattina successiva e così via, qualunque cosa fosse successa a me. Il tempo scorre, senza fermarsi mai.
"Vorreste ridurre il tempo a un ruscello sulla cui riva sedere per osservarlo nel suo fluire. Ma l'eterno in voi riconosce l'eternità della vita, e sa quanto l'oggi non sia che il ricordo di ieri e che il domani sarà il sogno di oggi. Ciò che in voi canta e contempla abita tuttora entro il primo istante che ha cosparso il firmamento di stelle....E che il presente stringa a sè il passato nel ricordo e il futuro nella speranza". (Gibran da Il Profeta)
"E che il presente stringa a sè il passato nel ricordo e il futuro nella speranza". Il ricordo e la speranza, elementi fondamentali per proseguire il cammino spesso accidentato della nostra vita. Un cammino che salta da un anno all'altro, un cammino più o meno illuminato o offuscato. Un percorso arricchito dalle esperienze del passato e impreziosito dalla speranza di un futuro migliore. Un miglioramento che ci auspichiamo tutti, una positività che deve necessariamente albergare in noi, in ogni singola fibra del nostro essere e della nostra anima. Potesse non essere utopia il fatto di accettare allo stesso modo le gioie e i dolori. "La vostra gioia non è che il vostro dolore senza maschera. E il medesimo pozzo da cui sgorga il vostro riso più volte si è riempito delle vostre lacrime...Più profondamente scava il dolore nel vostro essere, e più è la gioia che potete contenere..Non è il liuto che vi distende lo spirito quello stesso legno che le lame hanno incavato?....Insieme arrivano, e quando l'una siede con voi alla vostra mensa, ricordate che l'altro dorme nel vostro letto" , (ancora Gibran).
E infatti in questo anno ormai alla fine, che è stato uno dei peggiori della mia vita, ho provato anche una gioia immensa dovuta dal successo del mio primo evento culturale in teatro. E soprattutto la gioia più grande dopo un grande dolore, il ritorno alla vita di mio padre, passo dopo passo.
L'augurio più importante che posso lasciare a tutti voi e a me stesso è quello di stare in salute più possibile, di riuscire a cogliere emozioni anche dalle piccole cose e soprattutto, amici miei non smettete mai di sognare, mai!!
Felice anno nuovo
che cose merantevigliose hai scritto!di una profondità e di una verità disarmante e commovente
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