"...Nessun inglese dovrebbe essere in grado di tradurre lettere composte di oggetti. Ma Trejago sparse tutte quelle carabattole sul coperchio della valigetta da ufficio e iniziò a decifrarne il significato. Un braccialetto di vetro rotto indica, in tutta l'India, una vedova indù; poichè quando muore il marito, alla donna vengono infranti i braccialetti ai polsi. Così Trejago chiarì il significato dei frammenti di vetro. Il fiore di dhak può significare cose diverse - desiderio, vieni, scrivi o pericolo - a seconda degli oggetti che l'accompagnano. Un seme di cardamomo significa gelosia; ma quando, in una lettera di questo genere, un oggetto è duplicato, perde il suo significato simbolico e dà semplicemente un'indicazione di tempo, o, se accompagnato da incenso, giuncata o zafferano, di luogo. Il messaggio dunque diceva: Una vedova - fiore di dhak e bhusa - alle undici. Il pizzico di bhusa illuminò Trejago. Egli capì - questo tipo di lettera lascia molto all'intuito - che la bhusa si riferiva al grosso mucchio di foraggio sul quale era caduto nel vicolo di Amir Nath, e che il messaggio doveva venire dalla persona nascosta dietro la grata; che era una vedova. Quindi il messaggio diceva: Una vedova, nel vicolo dove c'è il mucchio di bhusa, desidera che tu venga alle undici. Trejago gettò tutte quelle cianfrusaglie nel camino e rise. Sapeva che in Oriente gli uomini non fanno l'amore sotto le finestre alle undici di mattina, nè le donne fissano gli appuntamenti con una settimana di anticipo. Così quella sera stessa alle undici, si recò nel vicolo di Amir Nath avvolto in una boorka..." (Rudyard Kipling, dal racconto: "Oltre ogni limite")
A TUTTI COLORO CHE PARTECIPARONO ALLO SPETTACOLO DEL FEBBRAIO 2008 A L'AQUILA E A TUTTI GLI AQUILANI CHE NE DECRETARONO IL SUCCESSO: SIETE SEMPRE NEL MIO CUORE!
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