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domenica 26 dicembre 2010

VIVERE AL SECONDO

Ho messo a tacere le campane già da un po’. Le musiche che mi suonano dentro parlano sommessamente, incanalando note di vita su per le vene e si tramutano in versi, ricordi e parole. E proprio le parole imprimeranno i ricordi, le sensazioni, le gioie e i dolori di un altro anno giunto al suo termine. Una conferma subito: la mia filosofia di vita basata su tante affermazioni che riportano alla stessa idea del cogliere l’attimo, il giorno e tutto ciò che passa in un secondo, è valida adesso più che mai. Perché sono passati pochi secondi dal momento in cui ho suonato al citofono di un amico a quello in cui riavviandomi verso la mia auto posteggiata venissi investito da un’altra automobile. Ecco poniamo il caso che invece di riportare vari traumi (fastidiosi ma non gravi), io avessi battuto la testa o beh insomma che avessi lasciato questa vita e questo mondo. Bene, in questo caso avrei potuto farlo senza nessun rimpianto, perché ho morso ogni istante di questa vita e ripiegato alcuni rimpianti in un cassetto (purtroppo mai chiuso a chiave). Ho gustato le emozioni, affrontato i dolori, gioito e pianto sferzato dalle temibili corde di quell’arpia chiamata realtà, sferzato, vessato e talvolta imprigionato. Dunque se avessi perso i sensi magari avrei ripercorso questo anno e forse tutta la vita in pochi secondi come un film, quel film che spero di riuscire un giorno a realizzare. Un anno infausto di certo si sarebbe rivelato ai miei ricordi, un anno terribile e spaventoso che ha tentato spesso di mettermi paura, riuscendoci a volte. Involuzioni ed evoluzioni di una vita in un anno si equilibrano spesso su una bilancia immaginaria che pende spesso dal lato sbagliato, anche se tutto ciò è oggettivo. Quanto peso ha un bacio o fare l’amore intensamente, o la vanità dell’orgoglio per una conquista riuscita? Quanto peso ha avere persone care che rischiano la vita per interventi chirurgici delicati? Che peso ha aver perso importanti certezze degli anni passati e sapere che una buona parte delle telefonate che ti arrivano sono indesiderate? E’ relativo, certo.
Posso parlare delle mie esperienze televisive dei miei viaggi in tv, del primo percorso fatto ad aprile, posso dire delle persone fantastiche incontrate e dell’affiatamento tra cinquanta persone che non si erano mai viste prima. Potrei scrivere di quella splendida donna che in quel periodo, quando il sole iniziava a farsi più caldo pranzava con me e passava le sue ore furtivamente nascosta dal suo mondo esterno tra le mie braccia, di come chiudessimo la porta sulla quotidianità e di come ci librassimo in un mondo di piacere carnale e intenso. Più qualità che quantità rispetto al 2009, meno labbra, meno corpi, meno sospiri ma più coinvolgimento, come in un sogno di mezza estate durato a lungo… Due occhi di cielo che hanno brillato di vari colori. Potrei scrivere del ritorno a L'Aquila , del dispiacere, delle rovine, ma anche dell'orgoglio abruzzese, della loro forza e delle mie splendide amiche di lì. Le prime labbra dell’anno e i the notturni, l’incontro con amiche divenute presto importanti, le occasioni effimere e i nomi dimenticati, le granite alle 3 del mattino e i dolci caldi a effondere sensazioni taglienti. Potrei scrivere dell’amicizia, quella vera che avevo abbandonato ai tempi della mia giovinezza. Dunque parlare di gioventù ed in particolare di tutti quei ragazzi che hanno accresciuto il mio essere col loro entusiasmo, la leggerezza e la cultura del tempo vissuto. Redigere i ricordi forti legati al Centro Giovanile, la sua inaugurazione, le riunioni, gli eventi, l’affiatamento e le imprese estive come quando si è lavorato per 24 ore alla realizzazione di un evento unico, la forza di questi giovani, il coraggio di scuotere le fondamenta di un paese che sonnecchia. Che mi hanno affiancato, stimato, ascoltato e consigliato, completato, un gruppo che mi ha fatto sentire nel contempo coetaneo e maestro. Ecco, da che parte pesa la bilancia adesso? Volendo anche porre su uno di questi piatti, gli eventi negativi come gli ospedali, le ore di attesa, gli interventi chirurgici e le riprese, i problemi legati al lavoro, l’economia in declino. Ed allora, da che parte pende la bilancia? Tutto ciò di cui scrivo, ciò che ognuno di noi passa, è l’essenza della vita stessa, sono le speranze e le aspettative, il sopravvalutare le persone, esprimersi nell’arte in qualsiasi forma essa appaia in e da noi. Per le donne (ma cosa esiste di più meraviglioso ed unico?), per la famiglia, per gli amici (alcuni davvero importanti), per le granite alla mandorla e tutti i dolci di questa terra, per l’Etna innevata ed i suoi odori, per l’arte, la scrittura, la regia e la recitazione, veri soffi di vita immortale. E’ per tutto questo allora, che vale la pena di fare un bel fagotto del vecchio anno, lasciare solo ciò che di bello ci ha dato e gettare il resto lontano, negli abissi di un oceano infinito. Ebbene, alla luce di tutto ciò, avrei d certo ripreso i sensi mi sarei subio rialzato dall’asfalto come in effetti ho fatto, perché la scelta è e sarebbe stata sempre quella: la vita
A tutti voi, di cuore Buone Feste e mi raccomando vivete al secondo!

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