Al teatro italiano rappresentavano Cénie, un dramma della signora di Graffigny. Ci andai presto per trovare un buon posto in platea.
Le signore tutte coperte di diamanti che entravano nei palchi di prima fila mi incuriosivano assai, ed io le osservavo attentamente. Avevo un bel vestito, ma le mie maniche aperte e i bottoni che scendevano fino in fondo mi facevano riconoscere per straniero da tutti quanti, perchè quella foggia era insolita a Parigi. Mentre me ne stavo col naso per aria e facevo a mio modo lo stupido, un signore riccamente vestito, e tre volte più grosso di me, mi avvicina e mi domanda cortesemente se sono straniero. Rispondo di si, e lui mi chiede che me ne pare di Parigi: io gliene faccio le lodi.
In quello stesso istante, una signora di enorme corporatura, coperta di gioielli, fa ingresso in un palco vicino.
Dico scioccamente a quel signore:
"Ma chi diavolo è quella vecchia scrofa?"
"E' la moglie di questo grosso porco."
"Ah! Signore, vi chiedo mille volte scusa."
Ma il mio omaccione non aveva alcun bisogno delle mie scuse, perchè ben lungi dall'offendersi, rideva a crepapelle!
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