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giovedì 29 aprile 2010

DITE CHE LA GUERRA

Ditelo al mondo intero,
a reggimenti e battaglioni.
Dite loro che la guerra
È cancro e chimera.

Che le battaglie non si vincono mai,
che il sangue scorre
lungo gli argini della follia
fluendo impetuoso e impietoso.

Levate un ricordo più forte
dell’eternità,
più intenso di ogni attimo che fugge
e della celebrità.
Non basteranno mille giorni, né mille anni
A sedare il sibilo della fine.

E se chiederanno perché siamo morti,
dite per la gloria dei padri e i loro torti.
Per la luce dei figli, e un futuro carente di sbagli.

Spireremo indifesi
per una pace effimera,
ogni granata di vita
porterà con se
un oceano di respiri.

Avvolte dal buio,
speranze e contraeree
spareranno a salve.
L’uomo, istinto primitivo,
spazzerà via la Terra.
Se esseri mortali mi hanno potuto così cambiare
mi domando Dio cosa può fare…

Marcirà il grano,
sparirà il sole,
scorgo tetri responsi
nel cielo in tempesta.

Sarò il caduto di tutte le guerre,
il sacrificio eterno e definitivo.
E suoneranno trombe anche per gli sconfitti,
il silenzio intonerà le sue note anche per i falliti
e i diseredati: in morte e in guerra siamo tutti uguali.

Ho inseguito la vittoria,
tra raffiche di desideri.
Ora, non odo più nulla,
né boati, ne sirene.
Salperò presto
con la nave dei morti:
non salite con me,
siete ancora in tempo,
voi lo siete,
io no!

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